Alta Val Nure, finanziamento di 15mila euro per comunità energetiche rinnovabili
Si inizia a parlare di Comunità Energetiche rinnovabili anche in Alta Val Nure con l’Unione montana dei quattro Comuni (Ponte dell’Olio, Bettola, Farini e Ferriere)
percorso di Coprogettazione della
Con il sostegno della legge regionale Emilia-Romagna n. 15/2018. Promosso da Unione Montana Alta Val Nure. Coordinato da Appenninol’Hub e Eco&Eco
Il progetto è sostenuto da: Istituto Comprensivo della Valnure, Comunità Valnure soc. coop sociale di comunità, APS Comprensorio Alta Val Nure, Parrocchia S. Giuseppe di Farini, AVIS comunale di Farini, Az. Agricola Cerevolo 2.0, Az. Agricola Modolo Luca, Az. Agricola Roncolo Bosco, Magnifica Università di Valnure soc. coop sociale di comunità, Associazione Amici del Volontario, Sci Club Libertas Bettola, Agriturismo Ca’ Sonino.
Il progetto si propone di ingaggiare, informare e formare cittadini e stakeholder del territorio dell’Unione Montana Val Nure al fine di co-progettare la costituzione della Comunità Energetica Rinnovabile (CER) a supporto delle iniziative e dei progetti sostenibili di fruizione ambientale e culturale del territorio dell’Alta Val Nure.
Oggetto della decisione della proponente Unione Montana Val Nure è valutare l’adesione alla costituzione della CER così come emergerà dal processo partecipativo e quindi diventarne membro/socio fondatore.
Il processo partecipativo sarà preceduto da una fase preliminare di attivazione caratterizzata da incontri informativi rivolti agli stakeholder già palesati (i firmatari dell’Accordo preventivo) e con i referenti dell’Istituto Comprensivo Val Nure per un coinvolgimento degli studenti dei vari plessi, sopralluoghi dedicati all’individuazione di alcune possibili superfici su cui installare impianti fotovoltaici, elaborazione di materiali specifici da utilizzare negli incontri pubblici e laboratoriali (il glossario della CER, lo schema grafico del processo partecipativo, schede di approfondimento su temi specifici).
I risultati attesi del processo partecipativo sono, oltre all’acquisizione da parte degli stakeholder locali di informazione e conoscenze sui benefici ambientali, sociali ed economici di una CER, di arrivare a predisporre, attraverso specifiche attività laboratoriali, alle proposte condivise di:
L’impatto atteso è una spinta determinante nella decisione dell’Unione Montana a valutare l’adesione alla CER Alta Val Nure in qualità di socio fondatore
Il percorso intende inoltre approfondire le condizioni e le possibilità di coniugare in un unico modello di gestione e collaborazione la Comunità Energetica rinnovabile con quello di una Cooperativa di Comunità di Abitanti
Compilando il questionario puoi partecipare, senza impegno, a costruire una mappatura dell’interesse e delle volontà a partecipare alla costruzione della Comunità Energetica Rinnovabile dell’Alta Val Nure.
La #CER, Comunità Energetica Rinnovabile, è un modello innovativo per la produzione e il consumo di #energia proveniente da fonti #rinnovabili.
E’ un soggetto giuridico non profit e vi possono aderire tutti gli interessati alla gestione #locale dell’energia, che siano essi #cittadini, imprese, pubbliche amministrazioni, con l’obiettivo condiviso di fornire #benefici ambientali, economici e sociali alla #comunità. A tal fine, la CER produce energia ed alimenta le utenze dei suoi partecipanti attraverso uno o più impianti di produzione energetica rinnovabile.
Le CER possono avere un impatto diretto in termini di risparmio in bolletta per i membri e in termini di creazione di valore aggiunto e posti di lavoro principalmente nella filiera dell’installazione e manutenzione degli impianti FER. Nell’ambito della manifattura, infatti, il nostro Paese non è al momento ben posizionato nella fornitura di impianti tecnologici di produzione da FER. Tuttavia, la crescita della domanda derivante dalla diffusione del modello CER potrebbe stimolare lo sviluppo del settore con ulteriori benefici economici e sociali su scala nazionale. Un altro impatto indiretto ma potenzialmente molto rilevante è associato alla possibilità che le modalità di coordinamento tra i soggetti del territorio sperimentate all’interno dalle CER e la collaborazione con altri attori locali rilevanti (PA, imprese, ecc.) inneschino dei processi virtuosi di costruzione condivisa di strategie e azioni per lo sviluppo locale.
E’ bene sottolineare che le CER sono a tutti gli effetti innovazioni sociali, ovvero:
“nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che allo stesso tempo soddisfano bisogni sociali (più efficacemente delle alternative) e creano nuove relazioni sociali e collaborazioni.
In altre parole, sono innovazioni che non solo sono buone per la società ma che rafforzano la capacità della società di agire” (“Empowering people, driving change” BEPA, 2011).
In quanto innovazione sociale gli impatti attesi sono quindi riferiti:
Le CER, infatti, per i già richiamati effetti di riduzione del conto energetico e di redistribuzione dei benefici economici derivanti dagli incentivi, possono essere potenti strumenti di mitigazione della povertà energetica.
A tal fine, nella composizione dell’aggregato dei membri in fase di progettazione della CER particolare attenzione dovrà essere posta dai promotori nell’inclusione di soggetti incapaci di soddisfare i propri bisogni energetici primari.
Tra gli impatti sociali sul territorio va poi anche menzionata la possibilità dell’utilizzo dei proventi derivanti dal sistema di incentivazione nella promozione di servizi ad alto valore sociale sul territorio, possibilmente da individuare in sede di definizione dello statuto e della governance. Infine, ma non ultimo per importanza, con riferimento in particolare al coinvolgimento dei comuni come membri della CER, merita sottolineare come questa partecipazione configura una relazione paritaria tra cittadini e pubbliche amministrazioni che può rappresentare un’occasione importante per il rafforzamento del rapporto di fiducia tra amministratori e amministrati.
Questo potenziale di innovazione sociale delle CER, fa sì che le CER stesse siano un importante strumento di supporto alla cosiddetta Just Transition (o Transizione Giusta), quella dimensione della transizione che sottolinea l’importanza che l’iter di graduale sostituzione delle energie fossili con energie rinnovabili (ben oltre il carattere di mera innovazione tecnica ed economica) sia un processo di radicale trasformazione del modello attuale di produzione e consumo di energia che innanzitutto riconosca, ponga al centro e soddisfi i bisogni energetici di tutti i cittadini.
Possono partecipare alle CER #cittadini, #imprese, #PubblicheAmministrazioni, #associazioni, che decidono insieme, su base aperta e volontaria, di costruire impianti per produrre e condividere energia rinnovabile.
La comunità prevede perciò la collaborazione tra chi detiene le superfici, che vengono rese disponibili per il posizionamento degli impianti, i proprietari degli stessi, che cedono ai partecipanti l’energia in esubero, e i consumatori, che beneficiano dell’energia condivisa.
Noi cittadini possiamo partecipare a una C.E.R. in 3 modi diversi:
Lo scambio è semplice: ci sono apparecchi installati nel quadro generale di ogni utenza dove ci sono contabilizzatori che, mediante calcoli istantanei, verificano il prodotto dato dall’impianto/dagli impianti fotovoltaici e la domanda di ogni singolo. La domanda di ogni singolo, dando priorità al produttore in primis (io produco per me e cedo l’esubero), ovviamente va a distribuire in base alla domanda le restanti quote.
L’energia elettrica prodotta dagli impianti che fanno parte di una CER è immessa in rete, al netto di quanto autoconsumato direttamente dalle utenze del produttore (autoconsumo fisico), attraverso i rispettivi punti di fornitura/connessione (POD, point of delivery); la rete elettrica è quella esistente e che collega tutti i punti di consumo: non vengono quindi realizzate delle nuove connessioni fisiche tra l’impianto di produzione.
Gli elettroni immessi si spostano attraverso la rete esistente, richiamati dai “carichi” ovvero dalle apparecchiature elettriche che nel medesimo istante sono attivate.
Questo è quanto avviene normalmente, in ogni istante, a prescindere dalla CER. Con l’istituzione dell’autoconsumo diffuso si effettua semplicemente una contabilizzazione, tracciando la contemporaneità tra energia elettrica prodotta da impianti incentivabili e messa in rete da una parte e prelievi di energia elettrica da punti di consumo dall’altra, sia i primi che i secondi inseriti nel perimetro della medesima cabina dell’alta tensione o cabina primaria.
I confini delle cabine primarie che convertono l’alta e altissima tensione in media tensione sono aree convenzionali definite dalle imprese distributrici dell’energia elettrica che hanno pubblicato una mappa consultabile sul sito del GSE: per beneficiare della tariffa premio per l’energia condivisa, impianti di produzione e punti di prelievo devono essere sottesi alla medesima cabina primaria.
Una CER può sempre comprendere impianti e consumatori distribuiti su più cabine primarie: semplicemente deve organizzare produzione e consumi in modo da garantire per ciascuna cabina primaria la compresenza di impianti di produzione e di adeguati prelievi di energia.
RID sta per RItiro Dedicato: è una modalità semplificata offerta dal GSE per riconoscere un corrispettivo economico ai proprietari di un impianto fotovoltaico per l’energia elettrica immessa nella rete elettrica nazionale.
A differenza dello Scambio sul Posto (che però terminerà quest’anno) non è un contributo ma il corrispettivo per la vendita. In alternativa al RID è possibile ricorrere ad altre forme di acquisto da parte di operatori del mercato elettrico per l’energia elettrica prodotta dal proprio impianto e non autoconsumata.
Non ci sono limitazioni per le altre fonti di energia rinnovabile; il limite è la taglia dell’impianto che non deve superare il MW.
Si parla soprattutto di fotovoltaico in quanto risulta essere la tecnologia più accessibile in termini di €/kW installati e, soprattutto, in quanto a possibilità di realizzazione: basta avere un tetto o una superficie adatti; per idroelettrico ed eolico l’investimento necessario è superiore ma la producibilità potrebbe in molti casi essere maggiore; però vento e acqua sono in generale meno disponibili nei nostri territori rispetto al sole.
La CER si può estendere all’interno o al di là del perimetro di una determinata cabina primaria.
L’aspetto cruciale è che per essere premiata l’energia elettrica deve essere immessa e prelevata da punti di connessione con la rete che si trovano all’interno del perimetro della medesima cabina primaria.
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Attivati i portali del GSE per accedere agli incentivi sulle Comunità Energetichee le richieste dei contributi per le CER
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