Finanziamenti per Imprese Abitanti
Dopo aver lavorato sulla visione e impatto di comunità e aver analizzato i dettagli del proprio territorio, tra ferite ed opportunità, la domanda che dobbiamo porci è: “Come fare a rendere concrete le aspirazioni?”
Ne abbiamo parlato nel terzo incontro della Call per Economie Abitanti di Appenninol’Hub, in cui abbiamo parlato del ruolo dei Finanziamenti per l’avvio di imprese comunitarie nelle Aree Interne.
Perché?
Perché crediamo che l’aspirazione degli abitanti debba essere seguita da azioni concrete per assicurare che i progetti avranno delle solide gambe su cui muoversi.
Di strumenti ce ne sono e anche tanti: come finanziamenti agevolati, bandi calibrati sul territorio, call e premi, ma anche crowdfunding e raccolte fondi e sostegno ai vari progetti. Navigarli, non è però così semplice.
Quindi abbiamo deciso di non parlare solo degli strumenti a disposizione, ma anche di come integrarli, programmarli e pianificarli in base ai bisogni di sviluppo del proprio progetto o impresa.
Una panoramica sui finanziamenti
Lo abbiamo fatto con Andrea Zanzini, coordinatore del progetto Appenninol’Hub, che ha dato una panoramica dei finanziamenti partendo dal punto di vista di chi fa domanda, riflettendo sull’approccio allo strumento finanziario.
Non abbiamo parlato solo di punti a favore, e di come i finanziamenti possano rafforzare l’impatto sociale e la progettualità dell’impresa abitante e la sua connessione con il territorio e le reti, ma anche delle debolezze nella complessità delle procedure, nella mancanza di competenze interne alle piccole realtà che caratterizzano i territori delle aree interne e la scarsa abitudine alla co-progettazione. Un’altra mancanza che spesso si riscontra è il non considerare che questi strumenti sono disegnati richiedendo una liquidità iniziale.
Alcuni messaggi chiave emersi dal supporto di Appenninol’Hub:
- È importante la pianificazione finanziaria per sapere che il progetto starà in piedi con le proprie gambe al di là dei finanziamenti. Gli strumenti finanziari devono essere il “di piú” per sviluppare la progettualità
- Il primo investimento è sempre la quota sociale dei soci ed investimento proprio
- Prima di accedere al finanziamento, serve fare la programmazione dell’Impresa Abitante e lavorare ad un business plan e sapere su cosa si andrà ad investire.
Attraverso il caso della Fermenti Leontine, siamo scesi nella pratica di cosa vuol dire integrare diversi fondi per l’avvio di impresa.
A seguire, abbiamo approfondito alcuni di questi strumenti finanziari legati alla finanza etica particolarmente rilevanti per le Aree Interne, insieme ad esperti ed amici di Appenninol’Hub.
Cos’è il fabbisogno finanziario?
Con Fabio Faina, direttore filiale di Bologna di Banca Etica, abbiamo approfondito il tema del fabbisogno finanziario, ovvero l’intervallo temporale tra quando l’organizzazione spende e quando incassa.
L’accompagnamento della finanza agevolata è uno strumento necessario per partire con una startup, ma la copertura del fabbisogno finanziario va ricercata su vari punti per dare solidità.
Attraverso il caso della Coop Agricola Arvaia di Bologna e dei suoi 200 soci, ci ha raccontato di come il fabbisogno iniziale sia stato coperto dai soci ordinari che hanno sostenuto l’idea progettuale. Un invito particolare è stato a guardare oltre ai finanziamenti bancari per aprire le proprie opportunità.
Il consiglio dell’esperto:
- Partire dal capire il proprio bisogno finanziario
- Tenere conto l’importanza di avere motivazioni strutturate quando si fa richiesta di finanziamenti
- Non solo trovare strumenti finanziari, ma anche identificare quelli migliori
- L’importanza della dimensione di rete, con altri strumenti finanziari ed istituzioni.
Quando usare il crowdfunding?
A seguire, ci siamo fatti incalzare ed ispirare da Luca Borneo, responsabile sviluppo progetti e comunicazione della piattaforma di crowdfunding Ginger
Uno strumento finanziario innovativo, che va oltre il supporto economico, con lo scopo di riunire le persone attraverso un progetto condiviso per raccogliere il budget necessario alla sua realizzazione (o a parte di esso).
Ci ha raccontato come Ginger abbia il 93% di successo delle campagne sulla piattaforma, grazie anche all’importante fase di formazione del progettista e l’accompagnamento costante che fa sì che lo strumento funzioni, attraverso il racconto della campagna realizzata di C.I.A. cooperativa di comunità – Cultura Innovazione Ambiente di Palazzuolo sul Siena e la raccolta fondi per sviluppare un’applicazione e percorso di gamification per Palazzuolando.
Il consiglio dell’esperto:
- Non basta avere una bella idea ma si deve costruire bene la propria campagna
- Bisogna darsi un obiettivo economico, poiché le campagne di raccolta fondi si basano su una specifica azione
- È importante avere una strategia di comunicazione per ottenere dei risultati
- Non dimenticare le tempistiche: una campagna crowdfunding parte quando c’è già un business plan, c’è la community, e vogliamo un test di validità
Perché progettare un crowdfunding? Tra le altre cose, è anche un ritorno di risultati intangibili come la visibilità, la riconoscibilità del brand, l’aumento di relazioni e contatti. È più di un contributo economico, è un attestato di stima del valore del progetto.
Cosa fa Fondosviluppo?
Con Giuseppe Daconto, responsabile analisi economica e sviluppo di Fondo Sviluppo, abbiamo invece approfondito il tema del supporto della mutualità esterna, attraverso, Fondosviluppo, uno dei fondi mutualistici stabilito nel 1992
Annualmente raccoglie il 3% utile e lo re-immette nella promozione e sviluppo della cooperazione supportando nuove cooperative e startup, creando un meccanismo virtuoso di supporto.
Questi sono finanziamenti che diventano strumenti dedicati in aree svantaggiate dove non c’è accesso al credito e finanza.
Ci sono strumenti di finanza diretta, ma anche indiretta attraverso le reti con cui si collabora con gruppi bancari dedicati. Interviene per abbattere sul conto interesse.
Il consiglio dell’esperto:
- Utile fare alleanza e allargare la rete per supportare le imprese
- Non solo guardare alla qualità progettuale, ma anche rapporti con l’ente pubblico, attività intersettoriali
- I soldi si trovano, da fondi sia pubblici sia privati, ma è importante che accanto alle risorse finanziarie si costruiscano bene progetti con persone e numeri seri e argomentati: la finanza segue dove ci sono questi progetti.
Come esempio Giuseppe Daconto ci ha portato il primo bando per promuovere cooperative di comunità con geolocalizzazione in aree interne e disagiate, iniziato nel 2018. Con un plafond di 500.000 € ha supportato 33 cooperative di comunità, di cui 28 startup nel 2019 e l’anno successivo, con il doppio di plafond, ha supportato 58 cooperative ammesse, di cui 54 startup.
A cosa serve la programmazione?
Infine, con Natalina Teresa Capua, referente programmazione strategie SNAI per la Regione Emilia Romagna, abbiamo completato il quadro con il ruolo degli enti di programmazione in un momento importante come quello dell’inizio di un ciclo di programmazione, in cui ci sono molte risorse per l’Italia. Ed è importante capire cosa c’è sul piatto della strategia.
Si tende a guardare al bando, ma qual è il processo di programmazione che porta al bando? Come capirlo per farsi trovare preparati a ricevere i fondi? Abbiamo così affrontato un’importante digressione su questo aspetto per capire a fondo la progettazione comunitaria e regionale.
Il bando è un atto a valle del processo di programmazione, che vive una fase di percorso di programmazione della politica di coesione molto complesso.
Per chi vuole finanziare un progetto, il tempo è un fattore indispensabile. Il bando dura un mese o due, se scrivi il progetto quando apre il bando, non funziona. È importante quindi capire quali sono le risorse del ciclo di programmazione e per cosa sono dedicate.
I consigli dell’esperta:
- Malgrado la mole di risorse è difficile abbinare l’idea imprenditoriale e i bandi a disposizione
- È fondamentale guardarsi intorno per capire quale sia l’offerta, dove orientarsi, e quale bando sia il più adatto
- Si può partecipare ai partenariati per strategia di area per capire l’orientamento delle strategie nazionali, regionali, per fare con loro co-progettazione
Altro fattore da considerare è che nelle aree interne si vogliono realizzare microprogetti, mentre quando si parla di politica di coesione ci sono soglie finanziarie consistenti per chi ha un’idea micro; per questo l’approccio di rete può avere ancora più rilevanza.
Capua ci dice anche che le aree montane hanno più difficoltà ad intercettare i bandi e per questo verranno aiutate con criteri preferenziali per aree montane e interne, ma anche con supporto alla progettazione, non solo con bandi riservati a queste aree.
Conclusione
Dopo aver raccolto l’entusiasmo dei partecipanti, arricchiti di un approccio un po’ diverso rispetto all’analisi degli strumenti finanziari, ci siamo ritrovati ispirati a nostra volta da nuove idee.
Per i partecipanti al nostro percorso Appenninol’Hub, l’incontro è stato seguito da un laboratorio dedicato ai partecipanti al percorso il 16 settembre sulla prototipazione dell’idea e prima analisi di quali risorse finanziarie si possono identificare per la sua realizzazione.
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