dal Corriere Romagna
Un ufficio mobile per accompagnare le comunità dei piccoli paesi verso forme innovative di azienda
Per combattere lo spopolamento delle aree interne non servono solo nuovi abitanti, servono anche imprese che sappiano puntare sulle capacità del territorio e guardare al futuro. Tuttavia, non è sempre facile mantenere in vita o avviare nuove progettualità nei piccoli paesi ed è per questo che Appenninol’Hub, il primo incubatore di “economie abitanti” d’Italia nato in Valmarecchia e specializzato nello sviluppo territoriale delle Aree Interne del Paese, ha deciso di mettersi in viaggio e accompagnare quelle comunità che vogliono avviare percorsi partecipativi che possano portare alla nascita di vere e proprie “imprese abitanti”. L’obiettivo è quello di allestire un ufficio mobile a servizio dello sviluppo economico e sociale dell’Appennino su di un camper, ribattezzato “AppenninoVan”, da acquistare con le risorse che l’incubatore riuscirà a raccogliere attraverso un crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso. Dallo scorso 28 marzo e per otto settimane, infatti, sarà possibile partecipare al progetto AppenninoVan con una donazione. Il traguardo è fissato a quota 50 mila euro, necessari per acquistare e allestire il camper.
Per DONARE: https://www.produzionidalbasso.com/project/appenninovan/
Il senso del camper
«È il mezzo che abbiamo immaginato per avvicinarci con gentilezza e rispetto a tutte le comunità che lungo il crinale dell’Appennino desiderano darsi nuovi strumenti di sviluppo territoriale – spiega Andrea Zanzini, direttore di Appenninol’Hub ed ex assessore del Comune di Rimini -, a partire dall’attivazione di un processo capace di generare benessere e bellezza nei territori delle Aree Zanzini e il camper per far nascere “imprese abitanti” Interne. Crediamo nell’Appennino.
Nascosta nei borghi lungo il crinale c’è una ricchezza che l’Italia non può permettersi di lasciare inespressa».
L’idea del camper ha già riscosso qualche consenso: nel 2021, infatti, è stata premiata dalla call nazionale “Road to Social Change” come migliore proposta di community building per le Aree Interne del nostro Paese: grazie a Unicredit ha già ricevuto 15 mila euro per co-finanziare l’acquisto del camper. Appennino Van è stato inoltre selezionato tra i progetti a impatto positivo per le persone e il pianeta promossi dal Network Banca Etica sulla piattaforma Produzioni dal Basso. Fondazione Finanza Etica ha deciso di supportare Appenninol’Hub co-finanziando l’acquisto con una donazione di 6 mila euro. Tante e diverse le richieste già raccolte da l’Appenninol’Hub per far nascere o accompagnare nel percorso di crescita le imprese abitanti delle aree interne.
«L’idea del camper nasce proprio dalle richieste che arrivano anche da territori lontani – spiega Zanzini -.
Appenino l’hub, che a breve sarà anche un’impresa sociale, vuole accompagnare queste comunità al loro sviluppo in tutte le regioni d’Italia. Da quando siamo nati in Valmarecchia, nell’entroterra di Rimini, e grazie ad alcune esperienze particolarmente fortunate, in tanti hanno cominciato ad appassionarsi al metodo che via via stiamo sviluppando per far nascere nuove imprese abitanti e stanno cominciando a chiamarci comunità, abitanti e amministratori da tutto l’arco appenninico».
Come fare impresa
Ma come si fa a fare impresa in un’area interna? «In modo un po’ diverso da come fanno gli incubatori tradizionali – continua Zanzini -. Noi lavoriamo sulle aspirazioni, sulle capacità e sulle specificità del territorio. Non esiste un progetto d’impresa che abbia successo e possa radicare in questi luoghi se non ha una forte attinenza con quello che sono le capacità che un luogo può esprimere, spesso anche difficili da far emergere». Sebbene le aree interne costituiscano ben il 60% del territorio nazionale, infatti, dal dopoguerra ad oggi hanno visto diminuire in modo drastico non solo il numero di abitanti.
«In questi luoghi c’è stata anche una perdita di occasioni di lavoro per i più giovani, ma anche tutta una serie di ferite, come la chiusura dei servizi essenziali». Per Zanzini, però, in questi ultimi anni c’è qualche segnale di un’inversione di tendenza.
«Stanno nascendo piccole esperienze che migliorano la qualità della vita di questi posti, rigenerando servizi e opportunità economiche», spiega Zanzini. Un esempio, ma anche una storia di successo, è proprio un’esperienza seguita da Appenninol’Hub a San Leo, in Valmarecchia. La scommessa è stata quella di salvare un vecchio forno dalla chiusura e affidarlo a cinque giovani del territorio. E a quanto pare, è stata vinta. «La chiusura del forno del paese è stata per San Leo, piccolo comune con un centinaio di abitanti, l’ennesima ferita racconta Zanzini -. Il pane di San Leo è famoso in tutta la valle e c’era sicuramente una capacità che non aveva trovato nessuno che la riprendesse in mano. Noi abbiamo ripensato e rivisto il progetto d’impresa. Siamo riusciti ad affiancare l’aspirazione di un giovane fornaio di prendere in mano insieme ad altri giovani quella esperienza per fare qualcosa di nuovo. Andava ammodernato il progetto d’impresa, i processi, i prodotti e gli alimenti utilizzati. Oggi fanno il pane al mattino non più di notte, perché i giovani non lavorerebbero sacrificando la loro vita sociale e familiare come ha fatto il vecchio fornaio per 60 anni. Abbiamo dovuto comprare un forno nuovo, più sostenibile e tutto questo ha permesso di far lavorare 5 giovani».